Uccellacci! La prima recensione

Da longtake.it Posted on 11 settembre 2016

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Inserita nel programma del MFF (sezione Eventi Speciali), la proiezione in anteprima del documentario Uccellacci! 10 anni di BecchiGialli, preceduta dalla distribuzione di confetti giallo acceso, aveva i toni di una intima riunione di famiglia. BeccoGiallo è una casa editrice veneta che, dal 2005, pubblica graphic novel improntate sulla coscienza civile e l’impegno sociale. Nata a Oderzo (provincia di Treviso) e attualmente in una via acciottolata del centro di Padova, rivendica orgogliosa i suoi dieci anni di vita.

Il documentario narra la sua storia con le voci degli altri. Sullo schermo viene data la parola ai singoli racconti di fumettisti, sceneggiatori e autori legati all’azienda: «Una comunità disseminata sul territorio, dall’ultimo lembo di Sicilia alle Alpi», afferma Guido Ostanel, direttore editoriale.

La regia di Ciaj Anna Rocchi e Matteo Demonte intervalla le loro esperienze al leitmotiv del documentario: il fantoccio pennuto bianco e nero, simbolo della BeccoGiallo, aiuta una ragazza, interpretata dall’attrice teatrale Enrica Chiurazzi, a ricordare la sua identità scorrendo il catalogo editoriale della stessa. In questo puzzle di fumetti su Peppino Impastato, Enrico Berlinguer e Ilaria Alpi si palesa l’intento di sottolineare la risonanza dei fatti storico-politici sulle esistenze dei singoli.

Il nome della casa editrice deriva da una rivista satirica anti-fascista pubblicata dal 1924: il loro simbolo era un merlo col becco aperto, pronto a rivelare ogni scomoda verità. Interessante la connessione con lo struzzo emblema dell’Einaudi, non si tratta di fumetti ma di comune vocazione alla non censura, sfruttando le parole di Norberto Bobbio: «È uno struzzo, quello di Einaudi, che non ha mai messo la testa sotto la sabbia».

Al film ha fatto seguito una tavola rotonda sul graphic journalism in Italia, con alcuni dei volti appena visti in video che parlavano alla platea con informalità, mostrando lo stesso coinvolgimento dei circa 60 minuti di un documentario tecnicamente semplice ma incisivo.

 

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